Le funzioni e il rapporto incrementale¶
Rapporto incrementale in funzioni a dominio discreto¶
Una funzione a dominio discreto in generale è diversa da una successione perché il suo dominio è una successione crescente qualsiasi, quindi non è detto che sia esclusivamente la successione degli indici.
L’esempio seguente illustra una funzione a dominio discreto . La scrittura , (anziché k come sarebbe per una successione) ci dice che il dominio è una successione crescente di interi e la tabella che rappresenta la funzione ha 3 righe: gli indici, i valori del dominio e i valori del codominio.
Se si vogliono valutare i tassi di variazione, le sole differenze dei valori non bastano, perché vanno valutate in rapporto alle differenze che sono relative ad esse. Graficamente: la diversa altezza delle colonne nel grafico va considerata in rapporto alle diverse basi. Per esempio e , ma la prima differenza dà luogo ad un tasso di variazione minore, perché va rapportata alla differenza , mentre si mette in rapporto con .
Il rapporto fra le differenze è proprio il calcolo che consente di ottenere il tasso di variazione ed è un calcolo così importante da meritare un nome specifico: rapporto incrementale e una scrittura particolare: . In pratica il risultato si ottiene calcolando .
si dice rapporto incrementale relativo all’indice k. Analogamente alla differenza nelle successioni, il rapporto incrementale graficamente corrisponde alla pendenza del segmento che unisce il punto di ordinata a con quello di ordinata a .
Un esempio¶
Immaginiamo e per e calcoliamo .
- Calcolo diretto:
- Dal generale al particolare: . La formula generale consente il calcolo di qualsiasi differenza, quindi, per k=4 si ha .
Si noti che nel secondo caso si calcola sulla base di quanto visto a proposito delle differenze.
Regole di calcolo del rapporto incrementale¶
Siamo quindi ad un punto importante, che vale come regola generale: il rapporto incrementale nelle funzioni a dominio discreto si calcola utilizzando le formule dei capitoli precedenti e dividendole per . Dalle stesse formule derivano le regole seguenti:
Rapporto incrementale in funzioni a dominio continuo¶
Nelle successioni e in generale nelle funzioni a dominio discreto l’incremento si calcola variando l’indice k: . Nelle funzioni a dominio continuo l’indice non esiste e quindi non c’è un intervallo prestabilito della variabile per calcolare l’incremento della funzione. Chiamando l’incremento della variabile possiamo dare la seguente definizione.
Sia , definiamo l’incremento di f relativo al punto x e all’incremento h: , con .
Possiamo così definire anche il rapporto incrementale della funzione, relativo al punto x e all’incremento h: . Il rapporto ha il significato geometrico della pendenza della retta che passa per i punti ed è il tasso medio di variazione della funzione fra i due punti.
Possiamo pensare ad un’analogia cinematica, se interpretiamo come la posizione all’istante di un punto che si muove su una retta, allora la differenza rappresenta lo spostamento del punto fra l’istante e l’istante e il rapporto incrementale rappresenta la velocità media relativa all’istante e alla durata .
Note
La definizione di rapporto incrementale vale anche se l’incremento è . In questo caso per la differenza di f(x) si ha . E per la differenza di x: . Per cui il rapporto incrementale è .
Rapporto incrementale di funzioni note¶
Funzione identica¶
Se allora , cioè l’incremento della funzione è uguale all’incremento della variabile, quindi il loro rapporto vale 1. Come si vede anche dal grafico, il rapporto incrementale è il coefficiente angolare del segmento che unisce i due punti, che in questo caso non è secante al grafico della funzione, ma gli appartiene.
Il fatto che ci permette di usare d’ora in poi al posto di h
Funzione quadratica¶
Se , allora . Il disegno illustra le tre parti di cui si compone l’incremento di area di un quadrato, analogamente a quanto già visto per . Di conseguenza:
Note
!!
Funzione cubica¶
Con la stessa tecnica e aiutandosi con il disegno che si riferisce all’incremento di volume di un cubo, si può calcolare e il relativo rapporto incrementale.
. Si ha così rapporto il incrementale :
- .
Funzione radice quadrata¶
Dalla definizione di differenza: , da cui è facile ricavare il rappporto incrementale. Tuttavia più avanti ci sarà utile riscrivere la differenza come una frazione da razionalizzare: . Da qui segue:
- .
Funzione seno¶
Immaginando che x e , con , siano angoli del primo quadrante, si consideri nel disegno il triangolo rettangolo ABC. L’angolo acuto in B è congruente con l’angolo , perché i suoi lati AB e BC sono perpendicolari a OM e OA’. Quindi . Ma le due metà di AB valgono ciascuna , e BC = BB’-AA’ , quindi in conclusione: . Per cui il rapporto incrementale sarà:
Funzione coseno¶
Per la dimostrazione si fa riferimento ad una figura analoga alla precedente, tenendo conto però che questa volta il segmento che interessa è il lato AC = A’B’. La sua misura è e, pur essendo nel primo qudrante, è una misura negativa perché . Abbiamo che . Riferendoci anche ai calcoli fatti per il seno per ricavare AB, alla fine vediamo che , da cui
Note
Per dimostrare la formula della differenza per il seno e per il coseno anche con x e negativi, si sviluppa la definizione di differenza e si usano le formule di prostaferesi.
Regole di calcolo del rapporto incrementale¶
Ricordando le regole già viste per le funzioni a dominio discreto, abbiamo le regole di calcolo seguenti:
Esercizi svolti¶
Calcoli diretti¶
Si risolvono con la calcolatrice senza fare uso delle formule.
Calcolare .
Basta esplicitare le definizione
Calcolare .
I calcoli diretti sono sempre possibili se le funzioni coinvolte si trovano sulla calcolatrice. Non essendoci dati incogniti, è facile anche calcolare il rapporto incrementale.
Problema 1¶
Un cerchio di raggio viene ingrandito fino a che la sua area aumenta di . Di quanto aumenta il suo raggio?
Mettiamo in relazione l’area e il raggio e calcoliamo le differenze. La funzione è . La sua differenza è . Cioé:
Inserendo i dati diventa , che è un’equazione di secondo grado nell’incognita . Consideriamo solo la soluzione positiva e troviamo con l’aiuto della calcolatrice:
Si tratta di un problema tipico, cioé di un problema nel quale viene fornito il valore di e viene richiesto di calcolare tramite l’equazione . Nel problema proposto la soluzione è semplice, ma non lo è in generale e per raggiungerla occorre fare ricorso a tecniche di approssimazione che saranno spiegate più avanti.
Problema 2¶
Si vuole aumentare di la superficie di un triangolo con i lati a=5cm, b =8cm, angolo compreso . Di quanto deve aumentare l’angolo ?
Anche in questo problema c’è una formula diretta che lega l’area all’angolo:
. Utilizzando le regole note per le differenze, ricaviamo:
Inserendo i dati, l’equazione diventa:
La formula generale è .
L’esistenza della formula che lega direttamente le due variabili facilita enormemente la soluzione, che altrimenti richiederebbe tecniche molto più sofisticate. Ripetiamo infatti che se l’equazione è non è per nulla scontato risalire al valore utile a partire dal valore conosciuto di .
Riassunto¶
- Il rapporto incrementale serve a calcolare il tasso di variazione della funzione fra due suoi valori.
- Graficamente corrisponde alla pendenza del segmento che unisce i due punti di ascissa x e .
- Il rapporto incrementale si calcola come rapporto fra l’incremento della funzione e l’incremento della variabile e ha due formulazioni diverse se la funzione è a dominio continuo o a dominio discreto.
- Dopo avere imparato a calcolare questo rapporto nel caso di funzioni elementari, per passare a funzioni composte occorre conoscere le regole che consentono di applicare il rapporto incrementale a somme, prodotti, quozienti ecc.
- La tecnica di calcolare le differenze è immediatamente risolutiva nei problemi in cui una formula fornisce il legame diretto fra due variabili.
Esercizi¶
#. Ricava algebricamente le regole di calcolo del rapporto incrementale nelle fu nzioni a dominio discreto,
partendo dalla definizione di rapporto incrementale e utilizzando le formule sulle differenze.
- Spiega la nota del paragrafo 5.5.2, chiarendo perché se
- Verifica che
- Verifica che
- Verifica che
- Segui i suggerimenti della nota al paragrafo 5.5.5 e dimostra le formule delle differenze per il seno e per il coseno.
- Calcolare
- Calcolare
- Calcolare
- Un rombo ha una diagonale di 10 cm. Di quanto occorre allungare l’altra diagonale perché la sua superficie aumenti di 0.2 ?
- Un triangolo equilatero ha l’altezza di 10 cm. Di quanto occorre allungarla perché il suo perimetro aumenti di 8 cm?